15/6/2018

Uno tra gli episodi più noti dell’Odissea, quello del Ciclope (Odissea, libro VI, vv. 105-566), ci offre uno scorcio sulle usanze pastorali della Grecia del primo millennio a.C. Abbiamo chiesto a Ermanno Graziani, in virtù della sua esperienza di allevatore, di commentare per noi questo passaggio; il suo commento evidenzia la verosimiglianza di quanto descritto dal poeta.

Ei dentro mise le feconde madri…

Polifemo vive in una grotta, separato dai suoi simili, e la sua giornata è scandita dalla ripetizione costante delle pratiche tipiche dell’allevamento: la mungitura, la produzione del formaggio e la mena al pascolo…

La dimora del Ciclope si compone di due parti distinte: una grotta e un recinto esterno, in pietre e tronchi di pino e quercia. All’interno della grotta abbondano i prodotti della mungitura: graticci per il coagulo carichi di formaggio, e altri recipienti traboccanti di siero; in diversi recinti si trovano, divisi in tre classi di età, gli agnelli e i capretti, che non escono al pascolo.

Due giorni dura l’avventura di Odisseo nell’antro; l’angoscioso scorrere del tempo è marcato per contrasto dalla ripetuta normalità dei gesti della vita quotidiana di Polifemo. Alla sera il pastore ritorna alla grotta, chiude nel recinto esterno i montoni e i capri, e porta all’interno le femmine; dopo averle munte e riunite alla prole più piccola, fa cagliare metà del latte e lo pone all’interno di canestri intrecciati; l’altra metà lo versa nei vasi.

La mattina dopo, all’alba, ripetute le operazioni di mungitura, esce al pascolo, verso la montagna, con le femmine e i maschi. La sera si ripete la medesima scena; gli arieti e i capri passano però la notte all’interno della grotta, sebbene probabilmente separati dalle femmine e dai piccoli.

Quando Polifemo, ormai cieco, una mattina rimuove il masso che ostruisce l’entrata della grotta, i maschi si precipitano all’esterno; l’ariete più grande del gregge, appesantito da Odisseo, che si nasconde sotto di lui, si comporta diversamente dal solito: esce per ultimo, lui che di solito è il primo a uscire ed il primo a tornare impaziente alla sera…

Il commento di Ermanno Graziani

Ermanno Graziani, allevatore e proprietario della Masseria Sogiro-Graziani (Cerignola, FG), analizzando il passo omerico, ha osservato come i gesti quotidianamente compiuti dal Ciclope rispondano a reali esigenze, tuttora praticate nell’ambito dell’allevamento ovino tradizionale.
La separazione degli agnelli dalle madri al ritorno dal pascolo è ad esempio necessaria al fine di raccogliere il latte da utilizzare per la produzione del formaggio e della ricotta; solo dopo la mungitura la prole viene riunita alle femmine.
Agnelli e capretti vengono anche oggi suddivisi per classi di età, affinché i più piccoli non vengano sopraffatti dai più grandi durante l’allattamento.
La separazione tra maschi e femmine avviene solamente al momento del ritorno dal pascolo, ma non durante la giornata; il mantenimento di una certa promiscuità assicura al Ciclope, al di fuori dei naturali cicli stagionali, una maggiore possibilità di gravidanze e, dunque, l’opportunità di godere per tutto l’anno dei prodotti della mungitura; si tratta di una pratica tutt’ora riscontrabile negli allevamenti di piccole dimensioni, orientati più verso l’autoconsumo che non verso lo scambio.
Il carattere di piccolo allevatore è confermato anche dalla mancanza di aiutanti; Polifemo, sebbene in solitudine, è comunque in grado di compiere in maniera ottimale tutte le operazioni necessarie al mantenimento del suo gregge; si dimostra in grado di gestirlo in maniera efficiente, è organizzato e meticoloso nel modo di agire, e attento alle necessità dei suoi animali.
La cura da lui posta nell’allevamento si riflette nell’ottima qualità dei suoi capi: al di là del superbo aspetto fisico degli arieti e dei montoni, bisogna notare come le femmine siano in grado di essere munte alla sera in quantità sufficiente per dissetare il Ciclope e permettergli la produzione casearia, di allattare la prole durante la notte e di essere munte di nuovo alla mattina; dal testo si deduce che dalla mungitura mattutina viene ottenuta, certo a causa dell’allattamento notturno, una minore quantità di latte, sufficiente per essere bevuto durante la giornata, ma non per produrre latticini.
Si può affermare che nell’episodio del Ciclope Omero tratteggi il ritratto del perfetto allevatore…

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